“Una Vedova dai toni grotteschi: Paolo Puppa rilegge la Vedova scaltra goldoniana e la carica di una palpabile mole di testi e sottotesti […] ci dice il pastiche linguistico dei pretendenti alla mano di Rosaura […] un’ironia che diventa caricatura e bozzetto macchiettistico per i personaggi e fa sforare il finale verso una malinconica riflessione sul matrimonio e le sue necessità […]. L’Arlecchino ripetitore linguistico di Puppa è un’inquietante presenza fissa in scena, coperto di pagine svolazzanti di dizionario. […] Ciò che appare appartiene tanto alla memoria di Rosaura quanto alla distorsione continua della percezione del tempo. Sentiamo la parola e rivediamo in scena i contenuti che ci ripetono l’essere umano come manichino del destino […]”.
(S.A., “L’Arena”, 30/07/2007)
“Il lavoro, ben congegnato e ottimamente equilibrato, s’avvale della consapevole e meditata regia del giovane Luca Caserta. […] Le interpretazioni sono superlative, e se già avevamo avuto occasione di lodare l’abilità attoriale di Isabella, questa volta dobbiamo aggiungervi la bravura di Jana e quella dell’interprete maschile. La voce di Jana Balkan è sempre forte e chiara, come dovrebbe esser sempre per gli attori, cosa che oggi è divenuta tutt’altro che frequente, mentre gli altri due interpreti sono impegnati, oltre che con un’espressività complessa e, per l’uomo, differenziata, anche nel cimentarsi in spagnolo, in francese e in inglese oltre che in italiano. Funzione rilevante hanno le musiche presenti dall’inizio alla fine in numerosi stacchi […]”.
(S. Stancanelli, “Amici della musica”, 31/07/2007)