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“Ne sono scaturiti itinerari di ricerca, sonde destinate a campionare dal magma oscuro dell’inconscio, ambiguo ed incontrollato, materiali angoscianti di indiscussa e magnetica forza poetica” (R. De Cadaval, “Hystrio”)
“L’altro figlio viene risolto con una sottolineatura quasi espressionistica del personaggio, una messa a nudo dei più riposti sussulti della coscienza, sempre presente la fisicità del testo, conduttore dell’energia interiore” (Claudia Provvedini, “Sipario”)
“Regia originale e incisiva, che crea un teatro intimista e minimalista con protagonisti di grande spessore” (R. Di Giammarco, “La Repubblica”)
“Costruito come un itinerario a tappe, l’incontro con Pirandello assume una dimensione intimistica, da teatro minimale, atmosfera che giova ad esaltare l’eccellente interpretazione degli attori e le riflessioni sulla complessa drammaturgia dell’autore siciliano” (R. Sanna, “La Nuova Sardegna”)
“Il pubblico viene conquistato dalla forza della recitazione, che i tre interpreti riescono magistralmente a trasmettere…fanno nascere materiali di tormento di magnetica e totale forza poetica e la vicinanza spettatore – attore rende ancora più coinvolgente l’interpretazione” (S. Gl., “Il Nuovo Veronese”)
“Jana Balkan ha saputo calarsi nei costumi della cultura di una povera e stolida donna tutta chiusa dentro la storia di una Sicilia fine Ottocento” (S. Saglimbeni, “Il Titano”)
“Si tratta di realizzazioni egregie che confermano la posizione di primo piano assunta dalla Cooperativa veronese nel panorama teatrale contemporaneo” (S. Stancanelli, “La Gazzetta”)
“Riuscito l’esperimento, che ha scelto di far rappresentare le varie situazioni in luoghi diversi realizzando una quasi compartecipazione del pubblico all’opera, comunque un grande coinvolgimento” (M. M., “Verona F.”)
“Lo spettacolo è una sorta di excursus all’interno dell’universo di Luigi Pirandello, curato da un appassionato cultore del grande drammaturgo siciliano, che si è specializzato nella sua messa in scena” (A. N.“Il Tempo”)
“Curioso ed intelligente recupero pirandelliano …va elogiata la scrittura scenica del regista Ezio Maria Caserta, che ha inserito gli spettatori in un percorso a tappe…e ha trovato un ulteriore spunto per la sua creatività” (N. Rossi, “Il Quadrivio”)
“Stanze in cui la scenografia si rivela superflua, perché sono in realtà luoghi mentali, quasi onirici, abitati da concrezioni di sogni spietatamente lucidi…ben giustificata l’idea registica che sta alla base del nuovo spettacolo allestito da Ezio Maria Caserta” (N. Pasqualicchio, “L’Arena”)
“Lo spettacolo si basa essenzialmente sull’attore creando una sorta di intimità tra questi e il pubblico” (G. Zofrea, “Il Nuovo Veronese”)
“Sorta di scatola cinese sulla memoria di Pirandello, privilegiando sogni e memorie, frammenti e inediti che compaiono come fantasmi del drammaturgo siciliano che, grazie alla bravura degli interpreti, magnetizzano lo spettatore” (M. Poli, “Corriere della Sera”)
“Affascinante e coinvolgente la formula con cui è stato proposto, magistrale interpretazione degli attori…” (C. M. Pensa, “Famiglia Cristiana”)