“Un tema forte reso con toni di fiaba. Isabella Caserta indomita guerriera che ama la natura. Molti bambini tra il pubblico per lo spettacolo a loro dedicato, […] pronti a farsi rapire dalle magiche avventure interpretate dalla protagonista […] per salvare il Regno di Argot da un disastro ecologico. L’indomita guerriera si incammina con coraggio verso le Terre Lontane alla ricerca dell’anziano saggio mago Zulov. […] Il viaggio è ricco di insidie, ma il coraggio e l’intelligenza della principessa, a cui Isabella Caserta dona grande forza espressiva, sono gli strumenti giusti per difendersi dai nemici e per riconoscere gli amici. E come ogni favola che si rispetti, anche questa ha un lieto fine. […] Lo spettacolo ha il pregio di raccontare una storia dove esseri fiabeschi portano in scena valori quali il rispetto per gli altri e per l’ambiente in cui si vive con i toni magici delle storie per bambini”.
(Silvia Bernardi, “L’arena”, 19/07/2006)
“Lo spettacolo, rivolto in particolare ai bambini, affronta il tema dell’inquinamento e della salvaguardia della natura. […] Nel corso del suo viaggio pieno di insidie, simbolo di una necessaria iniziazione alla vita, la principessa incontrerà creature dotate di poteri magici. […] Attraverso il racconto, Luca Caserta fa riflettere, usando i toni magici delle storie per bambini, sulla drammatica situazione della nostra epoca. Il racconto si snoda con scioltezza, […] di grande efficacia alcune scene, in cui Rolanda, interpretata da Isabella Caserta con grande temperamento, incontra alcune creature mostruose come la Donna Serpente, lo Spirito Dei Boschi o il Demone, che incutono paura e nello stesso tempo uno stupore magico che incanta e affascina. Elisa Bertato, impegnata in più ruoli, che affronta con bravura, è una magica Fata Del Lago. Buona anche la prova di Michela Zanetti. Molto suggestiva la scenografia che sfrutta l’ambientazione naturale del giardino, con gli alberi che sprigionano e si caricano di fasci di luce”.
(Rudy de Cadaval, “Hystrio”, anno XX, n. 1, 2007)
“Un messo regale, una sorta di grillo parlante, metafora della coscienza, ha l’incarico di fare un’ambascia terrificante alla popolazione di Argot, un tempo fiorente capitale dell’Impero di Novalus. Ora, causa dell’inquinamento per via dell’industrializzazione e dell’uso smodato e indiscriminato delle risorse naturali, il famoso regno di Argot deve fare i conti con la catastrofe ambientale che incombe come una nube minacciosa. […] Unico antidoto a tale cataclisma altri non è che Zulov, l’ultracentenario saggio, il quale custodisce gelosamente l’arcano rimedio che può ridare la speranza agli abitanti di Argot. Allora, l’intraprendente principessa Rolanda, si mette sulle tracce del vecchio saggio, percorrendo travagliati percorsi costellati da insidie di ogni sorta, quali creature fantastiche, con incredibili doti di poteri magici e coloro che si dimostrano amici, in realtà, si dimostreranno dei nemici e viceversa. Tutto è affidato all’abilità e alla sagacia della principessa, che messa a dura prova dalle varie vicissitudini, rafforzerà ulteriormente la sua persona sia nell’anima che nei sentimenti. Infatti solo le esperienze di vita, qualunque esse siano, possono temprare e formare una persona, nel segno della maturità, che le permetterà di porsi dinanzi a ogni situazione con il giusto metro di misura e la doverosa oculatezza. Così, la principessa, arrivata a destinazione, ora più matura e consapevole, sa che deve affrontare con grande umiltà il Saggio e cercare di convincerlo, con delle valide motivazioni, affinché egli possa intercedere a favore del Regno di Argot. […] La principessa Rolanda, creduta dal buon vecchio Zulov (una autorevole voce fuori campo tra il severo e il paterno, è il sapiente tono conferito da Luca Caserta stesso), finalmente riesce a ottenere come dono un’ampolla piena della mitica Acqua Eterna, capace con una sola goccia di far rinascere il regno. […] Fantastica in tutti i sensi l’interpretazione di Isabella Caserta nei panni, comprensivi di armatura e spada, della ‘belligerante’ principessa Rolanda pronta a sacrificarsi per una giusta causa. E’ incredibile e nota ai più la sua versatilità nel ricoprire ruoli di svariata natura. Simpatica nei panni della Fata del Lago e sensuale adulatrice in quelli della Donna Serpente, Elisa Bertato convince con la sua naturale grazia. Sempre più integrata nel cast, Michela Zanetti. E dulcis in fundo, la ditta Caserta-Vandelli con la nuovissima generazione del Teatro Scientifico – Teatro/Laboratorio rappresentata dai fratelli Alessandro e Sebastiano, figli di Isabella Caserta e dell’attore Roberto Vandelli, che hanno dato voce alle creature del bosco. Il quid del problema, dunque, è quello dell’ambiente, del rispetto per esso e del difficile rapporto che l’uomo ha con l’equilibrio ecologico, oggi ancora più scottante, tanto da poter dire che siamo arrivati a un punto di non ritorno. […] Luca Caserta segue costantemente le problematiche sociali e civili e con questa favola, che favola non è, ancora una volta suggella ulteriormente quello che per lui è il principio cardine: l’impegno sociale, che accompagna pedissequamente tutte le sue opere. Ma la bravura e la sensibilità dello scrittore-regista, qui anche pedagogo, in questo desolante frangente apocalittico, si evince, dai toni mitigati e sapientemente dosati in una dimensione, di un mondo fantastico-poetico che solo una favola per bambini può donarci. Questo fantastico iter esplorativo, altro non è che una più globale conoscenza del mondo circostante, una apertura ad altri confini, ad altre realtà, e una ricerca più approfondita nei confronti dei rapporti con gli altri, a volte erroneamente ritenuti ‘diversi’, con tutte le differenze che ne convengono e il rispetto reciproco per una più salutare e civile convivenza. Una godibilissima e didattica performance per bambini, ma soprattutto per grandi (meditate!), capace, spero, di risvegliare il senso delle responsabilità e del rispetto per la natura, aggredita ripetutamente dalla infamante azione antropica, che con la sua forza devastatrice mette a repentaglio, ogni giorno, la vita dell’uomo stesso.”
(Claudia Formiconi, “Il Corriere di Roma, 19/03/2007)