Estratti
“Sprazzi di miseria e ricordi senza la patina della nostalgia. Uno spettacolo raffinato anche nell’uso del dialetto. E’ una carrellata di ricordi pescati dalla tradizione popolare, remota o appena passata. E’ un dire per ricordare, rimanendo ancorati alla necessità di non dimenticare, di tramandare, di ancorare il presente ad uno zoccolo ben più solido delle abitudini contemporanee. Il tutto costruito in un viaggio dislocato in stazioni che spezzano il classico reading, grazie a un ritmo più accattivante e leggero. La regia di Jana Balkan ha costruito uno spartito di parole e musica dislocato su più punti in relazione ritmica tra loro, mantiene un’eleganza anche nel fiume dialettale, nell’aver saputo riformulare con modernità anche le canzoni che dal vivo accompagnano i pezzi.” (Simone Azzoni“L’Arena”23 giugno 2008)
“Un viaggio teatrale nel come eravamo prima di consumismi e di una vita frenetica. Un ripensamento di quei valori dei nostri vecchi che il ritmo frenetico della nostra vita ci fa dimenticare, un modo per tramandare alle giovani generazioni un’epopea fatta di cose semplici e vere” (“Dnews” 2009)
“Il Veneto di ieri con parole e canti… Quello strambo personaggio chiamato el Pippo, la miseria, la renga tacà al filo in cima alla tavola da pociar in tanti con una fettina trasparente di polenta a testa, e poi l’uccisione del maiale e la festa…Il ricordo è il baule della nonna dal quale le artiste traggono i racconti accompagnati da canzoni dal vivo a testimonianza di un passato che ha lasciato il segno nelle generazioni che hanno superato gli anta ma che i giovani non conoscono e l’intreccio di aneddoti sia in lingua che in vernacolo ci riportano al vissuto di un Veneto di campagna…” (Michela Pezzani “L’Arena” 11 aprile 2014)